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Raccolta differenziata dei rifiuti e comuni virtuosi

I nostri nonni o bisnonni producevano una massa di rifiuti molto limitata, negli ultimi trenta anni, invece, la produzione di rifiuti solidi urbani (RSU) è aumentata moltissimo: quasi tutto quello che usiamo, infatti, è presentato in confezioni o contenitori in plastica, vetro, alluminio, carta e cartone che sono, generalmente, usa e getta. Questa mole di rifiuti ha bisogno di tempi molto lunghi per degradarsi, essi vengono perciò, conferiti nelle discariche che sono, però ormai, quasi tutte in esaurimento. É un problema molto serio che ha costretto a cercare nuove vie per lo smaltimento dei rifiuti attraverso il riciclaggio, il compostaggio per la parte organica e la termovalorizzazione per quello che non può più essere riutilizzato. Attraverso la raccolta differenziata si possono recuperare le materie prime con un notevole risparmio anche di energia.

Il vetro è il materiale più facile da riciclare, può essere riciclato all’infinito ed è sempre di ottima qualità. In Germania differenziano la raccolta anche in base al colore del vetro, possono, quindi, ottenere vetro giallo, bianco o verde mentre in Italia, dai vetri misti si ottiene solo quello verde, mentre gli altri colori si debbono ottenere dalle materie prime. Il riciclo della carta è ancora più prezioso visto che nei paesi ricchi se ne consuma una grande quantità; se questa si produce dalla cellulosa vengono utilizzati una quantità enorme di alberi, di acqua e di energia. La produzione di carta riciclata salva gli alberi e riduce anche le emissioni di anidride carbonica e consente un notevole risparmio di acqua. Il riuso della plastica consente la produzione di oggetti diversissimi, da nuova plastica e filati utilizzati anche per la produzione di maglie in pile, ed oggetti di tutti i tipi. La raccolta di questi prodotti è aumentata anche in Italia negli ultimi anni, ma rimane molto al di sotto di quella effettuata negli altri paesi europei, invece per l’alluminio la raccolta è addirittura diminuita. Numerosi decreti, leggi e regolamenti sono stati emanati nel corso degli ultimi anni per incitare e in alcuni casi obbligare i Comuni a diminuire il più possibile la quantità di rifiuti da smaltire.

Proprio in questi giorni, nell’ambito del terzo Forum dei rifiuti a Roma, è stato pubblicato l’elenco dei Comuni “rifiuti free”, con la premiazione dei più “ricicloni”, e da questo risulta che la maggior parte si trovano al Nord (con 413 comuni), molto meno al Sud (con 87) e ancora peggio al Centro dove solo 25 Comuni sono “virtuosi”. Si considerano tali quelli che producono meno di 75 kg annui di rifiuti per abitante. Le regioni più “riciclone” sono il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino nel Nord mentre al Centro la Campania ha città (come Salerno) e paesi che hanno quasi azzerato la loro produzione di rifiuti. Il Sud e le isole, invece, hanno introdotto solo in minima parte la raccolta differenziata e il riciclo, peggiori di tutte la Sicilia e la Sardegna. Un problema è la mancanza di direttive univoche ed obbligatorie per tutta l’Italia, si riscontra, perciò, una grande differenza tra una regione e l’altra. Ci sono zone come l’Emilia (ad es. Parma) dove si incentiva con premi economici il riciclo e si punisce con penalizzazioni chi non lo effettua nel modo previsto. Infatti non è importante solo la raccolta dei rifiuti, ma il modo in cui la si effettua perché è questo che consente l’effettiva possibilità di riutilizzo. In Italia, purtroppo, una percentuale molto alta dei materiali raccolti non viene riutilizzata per mancanza di impianti. Invece riciclare e differenziare i rifiuti può portare notevoli benefici economici (come già accade all’estero con Stati che guadagnano sul trattamento dei rifiuti provenienti da altri paesi). Questa economia circolare può incrementare la Green Economy che, già oggi, ha creato più di 150.000 posti di lavoro. Anche il riciclaggio dell’organico può avere un effetto molto positivo sull’ambiente e sull’economia diminuendo i costi di realizzazione e gestione degli impianti (se confrontati con quelli di un inceneritore), creando più posti di lavoro, minori costi di conferimento e nessun onere per lo smaltimento dei residui. Anche se in Italia esistono ancora situazioni molto difficili, specialmente nel trattamento dei rifiuti speciali gestiti molto spesso dalle ecomafie e da associazioni criminali (basti pensare a quanto accaduto nella Terra dei Fuochi), esistono, però, anche le potenzialità per inserirsi a pieno titolo nell’Economia circolare europea viste le tante esperienze positive degli ultimi anni. Serve soltanto che il Governo ne prenda atto e, invece di progettare nuovi inceneritori, favorisca e promuova il recupero ed il riuso delle materie visto che questo è reso possibile dalle nuove tecnologie.

Nicola Lucca

Nicola Lucca - Raccolta differenziata dei rifiuti e comuni virtuosi