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Le bufale storiche - Parte I

Alcuni aneddoti sono talmente radicati nelle profondità di un passaparola fortificato dagli anni che ormai sono consacrati per verità. Eppure sono bufale, esattamente come le tante che si leggono su Facebook, e su alcune di queste sono stati impropriamente incentrate intere opere cinematografiche. Le prime 5...

1. La Rivoluzione francese scoppiò con la presa della Bastiglia. Falso!

Per gli storici la Rivoluzione francese, che considerano come una lunga sequenza di avvenimenti durata quasi 10 anni, iniziò con la convocazione degli stati generali il 5 maggio 1789. Fu allora che il terzo stato (la borghesia) si pose alla testa della rivolta contro il sistema feudale (l’ancien régime). 
Quanto all’insurrezione violenta di luglio, non cominciò con l’assalto alla Bastiglia. L’assalto alla Bastiglia del 14 luglio 1789 fu solo uno dei tanti episodi di una rivolta che in Francia era già dilagante (soprattutto a causa della carestia e delle tasse). 
La capitale stessa da un paio di giorni era preda delle sommosse. Dal 12 luglio si era insediato un comitato permanente rivoluzionario che si contrapponeva al governatore reale. L’attacco alla fortezza-prigione della Bastiglia, poi, ebbe all’inizio uno scopo pratico: impossessarsi delle polveri e delle armi della guarnigione. Fu condotto a partire dal mattino da circa 900 rivoltosi, mentre nella città erano già state alzate barricate.

Dopo il fallimento di una trattativa con il comandante della guarnigione di 114 uomini, Bernard- René de Launay, scoppiò una breve battaglia. Verso le 5 del pomeriggio gli assedianti entrarono dal ponte levatoio, liberando i sette detenuti. La fortezza (eretta nel 1382, ma mai strategica) era stata trasformata in prigione dal cardinale Richelieu nel Seicento. Avendo avuto tra i suoi (mai numerosi) ospiti anche personaggi come l’illuminista Voltaire, la propaganda rivoluzionaria fece di quell’assalto l’evento scatenante della rivolta e il 14 luglio divenne festa nazionale francese.

2. Maria Antonietta invitò il popolo a mangiare brioche. Falso! 

La tradizione attribuisce a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, moglie di Luigi XVI, di aver replicato con queste parole sprezzanti a chi le comunicava che il popolo affamato reclamava il pane: “Se non hanno pane, che mangino brioche!”. 
In realtà fu la storiografia rivoluzionaria ad attribuire queste parole all’impopolare sovrana (ghigliottinata nel 1793) prendendo spunto da una frase analoga che l’illuminista Jean-Jacques Rousseau, nelle sue Confessioni, attribuì a una non meglio precisata principessa.

3. Le piramidi le costruirono gli schiavi. Falso! 

È uno dei luoghi comuni sull’Antico Egitto più duri a morire: frotte di schiavi che sotto colpi di frusta spingono i pesanti blocchi delle piramidi. E invece le tombe dei faraoni furono edificate da operai salariati. 
La conferma viene dagli scavi archeologici nella piana di Giza, che hanno portato alla luce le tombe dei manovali che 4.500 anni fa parteciparono alla costruzione delle piramidi di Cheope e Chefren: erano egizi e non schiavi (che in Egitto erano soltanto prigionieri di guerra stranieri). 
I grandi progetti di interesse nazionale, piramidi ma anche dighe, erano affidati alla popolazione locale, tenuta a un periodo di lavoro obbligatorio in occasione delle piene del Nilo, quando i campi non erano coltivabili. 
Lavorare per l’ultima dimora del faraone garantiva un ottimo vitto: le famiglie più ricche inviavano ogni giorno 21 vitelli e 23 montoni ai cantieri, in cambio di sgravi fiscali. 
Poteva però capitare che vettovaglie o salari arrivassero in ritardo. Allora gli operai si “coricavano”, secondo l’espressione egizia, ovvero scioperavano. Secondo le testimonianze che ci sono pervenute accadde varie volte: una delle più importanti descrizioni è in un papiro conservato al Museo Egizio di Torino, che riporta le proteste avvenute nel 29° anno di regno di Ramses III (intorno al 1180 a. C.). Si tratta di un’epoca successiva alla costruzione delle piramidi, durante la quale, però, gli operai addetti alle tombe monumentali (per esempio nella Valle dei Re) avevano a disposizione villaggi dove vivere comodamente, con tanto di scuole. 
Come nacque allora la credenza? La colpa fu degli storici greci, che non riuscivano a immaginare la costruzione di quegli edifici senza l’impiego di masse di schiavi. Ma anche della Bibbia, dove si dice che la schiavitù era diffusa in Egitto.

4. Einstein andava male a scuola. Falso! 

Diversamente da una diffusa leggenda (molto tenace perché paradossale) che lo dipinge come un pessimo studente, soprattutto in matematica, Albert Einstein (1879-1955) ebbe un rendimento scolastico sempre buono. È vero però che, in giovane età, il futuro scienziato si sentiva a disagio sui banchi per l’autoritarismo imperante nelle scuole tedesche e che i suoi atteggiamenti irritarono più di un professore.

5. Gli eroi delle Termopili erano 300. Falso! 

Secondo la tradizione, tra il 19 e il 21 agosto del 480 a. C. al passo delle Termopili (Grecia Orientale) 300 Spartani fermarono (o, a onor del vero, rallentarono solamente) l’avanzata dei Persiani invasori.
In realtà i soldati greci inviati alle Termopili furono fra 5 e 7 mila. È vero che, stando alle fonti del tempo, gli uomini del re spartano Leonida (la cui guardia contava 304 uomini oltre al sovrano e ai comandanti) rimasero isolati dal resto delle truppe alleate. Ma, sempre secondo le fonti antiche, con loro c’erano anche 700 guerrieri della città di Tespie e 400 di Tebe (già conquistata dai Persiani).

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Fonte focus.it

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