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Immaginare una città: ogni tanto il gioco si fa serio, e perfino istruttivo

Non sono un appassionato di videogame, ed anzi molto spesso non esito a criticarne il proliferare incontrollato e la crescente invasività nei confronti del tempo libero dei più giovani. Violenza, distruzione e sopraffazione sono indubbiamente tematiche centrali nella produzione videoludica odierna, che (insieme a molte altre forme di ‘socialità’ informatizzata’) contribuisce sensibilmente a tenere i giovani sempre più lontani da attività sane e realmente ‘social’, come ad esempio la pratica di uno sport o una passeggiata in un parco. Ma il fenomeno videoludico, ad oggi, costituisce una realtà economicamente e socialmente enorme: mutuando dal gergo economico, “too big to fail”.

Partendo dunque dall’assunto che questi costituiscano un prodotto ormai ineliminabile della contemporaneità culturale, è possibile che questo medium possa svolgere in qualche caso una funzione utile, o addirittura in un certo senso stimolante ed educativa?

Amministrare una città, un gioco impegnativo!

L’idea  di scrivere questo articolo è nata dalla inconsueta curiosità suscitata in me dalla pubblicità di un videogame, “Cities: Skyline”, il cui slogan, piuttosto pretenzioso, recitava “Build it, manage it” (“Costruiscila [la città], amministrala”). Con discreto interesse, ed altrettanto scetticismo, ho allora effettuato una piccola ricerca su questo ‘simulatore di città’, e sulle possibilità di interazione che propone ai giovani (e non) giocatori.

In pratica, viene offerta all’utente la possibilità (nel mondo reale davvero ‘fantascientifica’) di costruire una città partendo da zero, avendo inizialmente a disposizione limitate risorse economiche e tecnologiche. Si inizia individuando la zona più idonea ove posizionare il futuro insediamento, realizzando dapprima poche strade locali di collegamento, i primi lotti abitativi, zone destinate alle attività commerciali ed ai servizi essenziali. Lontana dai nuclei abitativi, ma ben collegata, una zona industriale che sfrutti in maniera razionale e sostenibile le risorse messe a disposizione dal territorio.

Una volta messi in campo tutti gli elementi essenziali, il software che simula la ‘cittadinanza’ inizierà a ‘popolare di abitanti’ l’embrionale insediamento virtuale.

Pur semplificati e banalizzati, i principi-base di una progettazione sostenibile e di un’amministrazione pubblica oculata sono puntualmente presi in considerazione e riproposti nel videogame. Il fulcro del successo nel gioco (come nella realtà) risiede nell’attenzione rivolta dal giocatore-amministratore ai feedback, sia positivi che negativi, fornitigli dai cittadini virtuali. Questi, ad esempio, garantiscono una preziosa fonte di indicazioni sulle necessità avvertite come impellenti dalla comunità: un eventuale imminente collasso del sistema dei trasporti costringerà il giocatore ad ingegnarsi per predisporre mezzi di mobilità alternativa e sostenibile; la crescita della consistenza demografica dovrà essere favorita ed accompagnata da un adeguato potenziamento dei servizi offerti alla cittadinanza; lo sviluppo di attività commerciali dovrà essere oculatamente bilanciato dalla presenza di aree verdi e servizi ed iniziative culturali.

Ulteriore nota positiva circa il gioco in questione è costituita dalla possibilità per i giovani ‘amministratori virtuali’ di sfidarsi, confrontarsi e migliorarsi condividendo i propri progetti urbanistici su una piattaforma social.

Il videogame: un potenziale ed inedito medium educativo?

In ogni buon gioco, in effetti, sia esso virtuale o ‘reale’, coabitano una componente ludica ed una educativa. Inutile dirlo, siamo ovviamente lontanissimi dal simulare in maniera anche solo verosimile le dinamiche intricate e fluide che muovono una città reale, con le sue umane contraddizioni, la sua vitale asimmetricità, la sua unicità.

Credo tuttavia che progetti come questo, ascrivibili al filone del cosiddetto edutainment (crasi di education ed entertainment) possano, pur con tutte le immaginabili ed inevitabili limitazioni ed approssimazioni, sfruttare in maniera intelligente il mezzo del videogioco, sfidando e divertendo il giocatore. Ma anche, e soprattutto, stimolare una riflessione nei più giovani sull’importanza e la complessità di tematiche spesso trascurate, come la necessità di una corretta gestione ed amministrazione delle risorse disponili, l’imprescindibilità di uno sviluppo sostenibile dei fenomeni di urbanizzazione, la valorizzazione delle potenzialità di una comunità umana complessa, sia essa costituita da un quartiere, un piccolo paese o una grande metropoli.

Nicola Lucca

Nicola Lucca - Ogni tanto il gioco si fa serio, e perfino istruttivo